23 ago 2022
Papa Luciani: dal miracolo alla beatificazione. Intervista a don Davide Fiocco

In occasione della beatificazione di Papa Luciani, abbiamo intervistato don Davide Fiocco, autore per Edizioni Messaggero Padova e coautore della Positio per la causa di beatificazione.
Papa Luciani, già venerabile, verrà beatificato a seguito di un miracolo compiuto per sua intercessione. Di che miracolo si tratta?
Si tratta della straordinaria guarigione di una bambina argentina, che era affetta da una grave forma di encefalopatia. La guarigione è avvenuta nel 2011 ed è stata attribuita all’intercessione di Giovanni Paolo I. Per questo nel 2016 a Buenos Aires si è avviato il processo diocesano. Il 31 ottobre 2019 il caso è stato portato alla discussione della Consulta medica della Congregazione delle Cause dei Santi, dove i medici incaricati hanno stabilito all’unanimità essersi trattato di una guarigione scientificamente inspiegabile. Il 6 maggio 2021 anche il Congresso dei teologi ha espresso il suo giudizio positivo, in merito all’attribuzione del fatto all’intercessione di Papa Luciani. All’inizio di ottobre 2021 si è tenuto l’ultimo voto, nella Sessione dei cardinali e dei vescovi della Congregazione. Da ultimo, il dossier è stato sottoposto al giudizio di Papa Francesco che il 13 ottobre scorso ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante il miracolo.
La morte improvvisa di Papa Luciani ha fatto molto discutere. C’è chi ha persino pensato a un assassinio. Passione per il genere noir o ipotesi realistica?
Spesso la lettura dei fatti è affidata al “si dice”, che non si eradica in nessun modo dall’opinione pubblica; alle dicerie si aggiungono i ricami del cicaleccio o della fantasia, suggellate dall’immancabile verdetto: “Qualcosa di vero deve esserci”. Sull’improvvisa morte di Papa Luciani si è scritto di tutto, lucrando sui meccanismi del sospetto, che hanno radici tenaci come quelle dei pini mughi in alta montagna. Il sospetto è tenace, perché in tutti noi aleggia un morboso gusto per il complottismo, perché l’ipotesi di un complotto accarezza gli appetiti del gossip. A questa bramosia si sono aggrappati vari volumi (certamente remunerativi per gli autori), oltre che qualche dossier giornalistico. A me pare che siano sempre stati castelli in aria, costruiti senza una sola prova. Perché la storia si scrive con i documenti e non con le chiacchiere.
Lo studio dei documenti e delle deposizioni processuali dei testimoni oculari hanno confermato la versione ufficiale: Giovanni Paolo I morì di infarto. Lo ha asserito senza dubbi il medico che refertò la morte; l’hanno attestato i tre accademici dell’Università di Roma, che curarono la conservazione della salma; l’ha assicurato – con la semplice naturalezza di chi non ha nulla da nascondere – l’unica superstite tra le suore che scoprirono la morte. Non si fece l’autopsia? Semplicemente perché in caso di una morte evidentemente naturale nessun giudice richiede l’autopsia. Hanno parlato i testimoni oculari e le carte, non il “si dice” o il sospetto.
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