Catena di salvezza
Solidarietà nella lotta contro la barbarie nazifascista
Nel 1943-44 una donna, grazie alla rete di solidarietà di padre Placido Cortese, contribuisce a salvare centinaia di soldati italiani e alleati. Generosità che paga con l'internamento a Mauthausen.
Carla Liliana Martini (1926-2017), undicesima di dodici fratelli, dopo l'8 settembre '43 opera nella rete di solidarietà che aveva il suo riferimento in padre Cortese. Dopo la Liberazione sarà riconosciuta partigiana della Brigata Pierobon. Terminati gli studi, si sposa e si dedica all'insegnamento. Negli ultimi anni della sua vita Carla Liliana si è recata in moltissime scuole e biblioteche a parlare ai giovani della Resistenza e di quanto accadutole.
Quarta di copertina
Dopo l'8 settembre '43, Carla Liliana diciassettenne, mentre quattro fratelli sono prigionieri, si impegna con le sorelle maggiori Teresa, Lidia e Renata, nell'assistenza e salvataggio di soldati italiani e alleati allo sbando, operando nella rete di solidarietà che aveva il suo riferimento in padre Placido Cortese, frate francescano della Basilica del Santo, morto poco dopo, martire. Liliana, con la sorella Teresa, viene arrestata il 14 marzo del 1944. Condotte in carcere a Venezia, quindi nei lager di Mauthausen, Linz, Grein a.d. Donau. Rientrano nella loro casa di Padova nel giugno 1945. Solo molti anni dopo questi eventi Carla Liliana è riuscita a parlarne e per la prima volta ne scrive in questo libro per «cancellare l'odio con l'amore».
Catena di salvezza