La danza del re Davide
Liturgia e spiritualità
Che cosa è avvenuto nel rapporto tra le due parole liturgia e spiritualità? L’autore racconta una storia terapeutica: il gesto libero del re Davide che danza senza falsi pudori davanti all’arca (2Sam 6,13-14), per mostrare come già in un testo tanto antico fossero presenti alcune delle importanti intuizioni espresse dal Concilio Vaticano II in "Sacrosanctum concilium". Un percorso che mostra quanto la spiritualità cristiana sia per sua stessa natura sempre liturgica, biblica, fraterna ed ecclesiale. Ogni gesto liturgico cristiano non ha bisogno di distinguere tra partecipazione interiore ed esteriore, corporea e spirituale. Partendo da alcuni esempi di rischiosa separazione (liturgia senza spiritualità e spiritualità senza liturgia), si rilegge la liturgia come «fonte primaria, prima scuola, primo dono, primo invito» (Paolo VI).
Biografia dell'autore
Marco Gallo
Marco GALLO (1977), presbitero della diocesi di Saluzzo, è parroco e professore di teologia dei sacramenti, ha ottenuto il dottorato a S. Anselmo (Roma) con uno studio sul "Benedizionale". Insegna presso lo Studentato teologico e ISSR di Fossano e collabora come docente invitato presso altre facoltà. È direttore della «Rivista di pastorale liturgica» e collabora con altre pubblicazioni, per saggi di carattere teologico-pastorale.Indice del libro
Copertina | pag. 1 |
Frontespizio | pag. 5 |
Colophon | pag. 6 |
Preludio. La danza di Davide | pag. 7 |
Spiritualità cristiana, senza altri aggettivi | pag. 7 |
La danza del re Davide | pag. 9 |
Quel che abbiamo di più caro | pag. 13 |
Il lavoro e la grazia | pag. 17 |
Un dipinto fiammingo | pag. 20 |
Fonte primaria: lo scambio vitale | pag. 21 |
Il giusto ordine | pag. 21 |
Sacrosanctum Concilium: un modello complesso | pag. 25 |
Un giudizio sempre più prudente | pag. 30 |
Liturgia-senza-spiritualità: strumentalizzazione o impermeabilità | pag. 32 |
Spiritualità-senza-liturgia: il ruolo debole dell’oggettività rituale | pag. 41 |
Conclusione | pag. 50 |
Prima scuola: ritmo salvato | pag. 51 |
Alla ricerca del tempo perduto | pag. 51 |
La clessidra o l’orologio a incenso | pag. 52 |
La falsa polarità che uccide la liturgia | pag. 57 |
La Liturgia delle Ore: il linguaggio originario della preghiera cristiana | pag. 60 |
Dalla preghiera giudaica al breviario | pag. 61 |
La Liturgia delle Ore come pratica del mistero pasquale | pag. 65 |
A lungo mi sono coricato di buonora | pag. 68 |
Primo dono: mistagogia dei sensi | pag. 71 |
Dal tempo salvato al corpo salvato | pag. 71 |
Il dono di un ritmo annuale | pag. 72 |
Eucaristia: settimana, anno, primo accesso e riammissione | pag. 76 |
Eucaristia: mistagogia festiva dei sensi | pag. 81 |
L’eucaristia come preghiera | pag. 87 |
Conclusione | pag. 90 |
Una liturgia che non occupa tutto | pag. 91 |
Primo invito: l’atto semplice | pag. 91 |
Dal catecumenato una conferma: il rito del congedo | pag. 92 |
Riscoprire la “nebulosa sacramentale” | pag. 95 |
Le benedizioni, gratuite e costose | pag. 100 |
Lo sguardo dal basso | pag. 102 |
Una liturgia gioiosa, bella, non mondana, fraterna | pag. 105 |
Congedo | pag. 107 |
«Non sia mai separato da te» | pag. 107 |
Il concilio ci sta ancora davanti | pag. 109 |
Bussate e vi sarà aperto | pag. 110 |
Indice | pag. 113 |
La danza del re Davide