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Parole per giorni di pace
Autore
Argomento Attualità
Collana Ifuoricollana
Editore Edizioni Messaggero Padova
Tipologia
Libro: Brossura plastificata lucida
Dimensioni 15,0 x 20,5
Pagine 224
Pubblicazione 10/2023
Numero edizione 1
ISBN 9788825057232
 

Parole per giorni di pace

C’è un “mal dire” quotidiano, sciatto, che avvelena il pensiero e i rapporti. Diciamo parole eccessive, acconsentiamo a giudizi distratti, ripetiamo pettegolezzi, qualche volta ci pentiamo ma l’invio è stato dato, i social rimbalzano all’infinito l’offesa o anche solo il sospetto, e il nostro tessuto di relazioni si strappa. Non è un destino, questo parlare male. È possibile un “ben dire” che raccolga il nostro desiderio profondo di pace. Con la pace tutto è possibile, ripetiamocelo l’un l’altro in questi anni di guerra sciagurata nel cuore dell’Occidente che si dice cristiano e nella terra stessa in cui Gesù è nato. Questa piccola raccolta di riflessioni va a spigolare situazioni quotidiane in cui forse è possibile trovare uno sguardo più sereno sulle cose per abituarci a parole capaci di un presente amabile in cui vivere sia una bella storia condivisa.
Autore
Argomento Attualità
Collana Ifuoricollana
Editore Edizioni Messaggero Padova
Tipologia
Libro: Brossura plastificata lucida
Dimensioni 15,0 x 20,5
Pagine 224
Pubblicazione 10/2023
Numero edizione 1
ISBN 9788825057232
 
Mariapia VELADIANO è laureata in filosofia e teologia. È stata felicemente insegnante e preside. Il suo primo romanzo, La vita accanto, edito da Einaudi, ha vinto il Premio Calvino ed è arrivato secondo al Premio Strega nel 2011. Con Adesso che sei qui, Guanda editore, ha vinto il Premio Flaiano 2021. Fra i suoi romanzi LEI, umanissimo diario di Maria Madre di Gesù. Collabora con «Repubblica», «Il Regno», «Il Messaggero di S. Antonio». Il suo ultimo romanzo è Quel che ci tiene vivi (2023), Guanda editore.

Quarta di copertina

C’è un “mal dire” quotidiano, sciatto, che avvelena il pensiero e i rapporti. Diciamo parole eccessive, acconsentiamo a giudizi distratti, ripetiamo pettegolezzi, qualche volta ci pentiamo ma l’invio è stato dato, i social rimbalzano all’infinito l’offesa o anche solo il sospetto, e il nostro tessuto di relazioni si strappa. Non è un destino, questo parlare male. È possibile un “ben dire” che raccolga il nostro desiderio profondo di pace. Con la pace tutto è possibile, ripetiamocelo l’un l’altro in questi anni di guerra sciagurata nel cuore dell’Occidente che si dice cristiano e nella terra stessa in cui Gesù è nato. Questa piccola raccolta di riflessioni va a spigolare situazioni quotidiane in cui forse è possibile trovare uno sguardo più sereno sulle cose per abituarci a parole capaci di un presente amabile in cui vivere sia una bella storia condivisa.

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