Il doping della mente
Le sfide del potenziamento cognitivo farmacologico
I rapidi sviluppi delle neuroscienze e della neurofarmacologia portano a considerare l’ipotesi di poter intervenire sui processi cerebrali, potenziando le capacità cognitive umane: memoria, consapevolezza, attenzione, riconoscimento di cose e persone, ragionamento, soluzione di problemi.
Di fronte a un simile scenario, le previsioni e valutazioni degli osservatori sono molto contrastanti. Alcuni denunciano gli esiti distruttivi di un ricorso non solo terapeutico ai farmaci potenzianti. Altri, invece, salutano con entusiasmo il superamento finalmente possibile della «condizione umana» finora conosciuta e il passaggio a un’inedita condizione vitale finalmente libera dai vincoli biologici. Il dibattito è quindi aperto e le sfide molto insidiose. Il tempo di un’analisi accorta e coraggiosa sembra davvero arrivato.
MASSIMO REICHLIN è professore di filosofia morale presso l’Università San Raffaele di Milano, dove insegna etica della vita, etica teorica e storia della filosofia morale. Dal 2002 è membro del Comitato etico dell’Istituto scientifico «Ospedale San Raffaele» di Milano. È autore di contributi su riviste specializzate italiane ed estere e di numerose pubblicazioni, tra le quali: Etica della vita. Nuovi paradigmi morali (Bruno Mondadori 2008); Etica e neuroscienze. Stati vegetativi, malattie degenerative, identità personale (Mondadori 2012); L’utilitarismo (Il Mulino 2013).
PAOLO BENANTI, frate francescano del T.O.R., insegna teologia morale presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e l’Istituto teologico di Assisi. Tra le sue ultime pubblicazioni segnaliamo: The Cyborg: corpo e corporeità nell’epoca del post-umano. Prospettive antropologiche e riflessioni etiche per un discernimento morale (Cittadella 2012); The Cyborg and Cyborgization, in J. Giordano (ed.), Neurotechnology. Premises, Potential, and Problems (CRC Press 2012); Il Novecento: l’era dei saperi tecnico-scientifici, in P. Maranesi (a cura), Un secolo di novità complesse (Cittadella 2013).
Quarta di copertina
I rapidi sviluppi delle neuroscienze e della neurofarmacologia portano a considerare l’ipotesi di poter intervenire sui processi cerebrali, potenziando le capacità cognitive umane: memoria, consapevolezza, attenzione, riconoscimento di cose e persone, ragionamento, soluzione di problemi.
Di fronte a un simile scenario, le previsioni e valutazioni degli osservatori sono molto contrastanti. Alcuni denunciano gli esiti distruttivi di un ricorso non solo terapeutico ai farmaci potenzianti. Altri, invece, salutano con entusiasmo il superamento finalmente possibile della «condizione umana» finora conosciuta e il passaggio a un’inedita condizione vitale finalmente libera dai vincoli biologici. Il dibattito è quindi aperto e le sfide molto insidiose. Il tempo di un’analisi accorta e coraggiosa sembra davvero arrivato.
Il doping della mente