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Parroci: servire e amministrare

Parroci: servire e amministrare

CredOg XXXVIII (3/2018) n. 225

Quando si sceglie di diventare preti è sempre forte e anche prioritario il desiderio di vivere quale pastore tra le pecore, inebriandosi del loro «odore», direbbe papa Francesco. Ma poi quando l’«ordinazione» ti ci getta in mezzo ben presto si scoprono come ostacoli e opposizione le incombenze amministrative e burocratiche delle parrocchie. I più avveduti e «aggiornati» si attorniano di (bravi e validi) collaboratori laici, ma ugualmente codici e regolamenti ti sbattono contro responsabilità ancora indelegabili. Si deve corre più per quelle faccende che per la gente. Fino a quando poi qualcuno va a perdere del tutto non solo «l’odore delle pecore», ma anche la passione per il proprio ministero. «CredereOggi» stavolta si fa carico di questo tema, che interessa i parroci, i preti (e diaconi) certamente, ma non solo. Infatti se molti laici capissero questa difficoltà diverrebbe per loro molto evidente che la parrocchia non può funzionare con queste remore o, peggio, se la si bazzica come un ufficio pubblico (per documenti) o come spazio «indisturbato» per sbrigare alcune faccende «spirituali» tramandate dai propri avi. Facile dire: siate preti e non funzionari!; siate pastori e non amministratori! Facile criticare: il parroco non molla l’osso… se poi è impossibile anche solo delegare responsabilità (non solo amministrative). La rivista cerca di evidenziare e analizzare il problema giuridico e teologico sotteso a queste questioni «amministrative», indicando possibili diverse impostazioni possano prepararne il superamento.
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La rivista «CredereOggi» è pubblicata dalle «Edizioni Messaggero Padova» sotto la responsabilità dei Frati minori conventuali di sant’Antonio di Padova. Contributi di: ALPHONSE BORRAS - ALESSANDRO CASTEGNARO - MONICA CHILESE - LUIGI DAL LAGO - MARIA CHIARA MARZOLLA - UMBERTO MAZZONE - GIORGIO RONZONI - MATTEO VISIOLI.

Quarta di copertina

Quando si sceglie di diventare preti è sempre forte e anche prioritario il desiderio di vivere quale pastore tra le pecore, inebriandosi del loro «odore», direbbe papa Francesco. Ma poi quando l’«ordinazione» ti ci getta in mezzo ben presto si scoprono come ostacoli e opposizione le incombenze amministrative e burocratiche delle parrocchie. I più avveduti e «aggiornati» si attorniano di (bravi e validi) collaboratori laici, ma ugualmente codici e regolamenti ti sbattono contro responsabilità ancora indelegabili. Si deve corre più per quelle faccende che per la gente. Fino a quando poi qualcuno va a perdere del tutto non solo «l’odore delle pecore», ma anche la passione per il proprio ministero. «CredereOggi» stavolta si fa carico di questo tema, che interessa i parroci, i preti (e diaconi) certamente, ma non solo. Infatti se molti laici capissero questa difficoltà diverrebbe per loro molto evidente che la parrocchia non può funzionare con queste remore o, peggio, se la si bazzica come un ufficio pubblico (per documenti) o come spazio «indisturbato» per sbrigare alcune faccende «spirituali» tramandate dai propri avi. Facile dire: siate preti e non funzionari!; siate pastori e non amministratori! Facile criticare: il parroco non molla l’osso… se poi è impossibile anche solo delegare responsabilità (non solo amministrative). La rivista cerca di evidenziare e analizzare il problema giuridico e teologico sotteso a queste questioni «amministrative», indicando possibili diverse impostazioni possano prepararne il superamento.

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