La danza della voce
Quale musica per la liturgia?
Nella nostra epoca definita post-moderna, il linguaggio sembra aver perso il suo riferimento alla realtà, le emozioni predominano e il mondo ci appare frammentato.
La musica e il canto nella liturgia possono ancora giocare un ruolo nell’avvicinare i fedeli al mistero di Dio?
Quando si canta, si suona e si ascolta si vive un’esperienza concreta, reale, totalizzante, ricca di emozioni, sentimenti, suoni e immagini; la potremmo chiamare «immersiva»: è l’esperienza del rito.
Un breve saggio che si propone di andare al cuore del problema per individuare quale apporto musica e canto possono offrire al celebrare.
Marzio SERBO (1965) ha conseguito la licenza in teologia con specializzazione liturgico- pastorale presso l’Istituto di liturgia pastorale dell’abbazia di S. Giustina a Padova sotto la guida di Aldo Natale Terrin. È stato iniziato al canto liturgico fin da ragazzo dalle monache benedettine di San Cipriano a Trieste dove svolge il servizio liturgico di accolito, perfezionando gli studi di canto gregoriano con il maestro don Gabriele Tirro osb a Cesena. La struttura del rito e la sua efficacia sono il cuore dei suoi interessi e della sua attuale ricerca accademica presso l’Istituto patavino.
Quarta di copertina
Nella nostra epoca definita post-moderna, il linguaggio sembra aver perso il suo riferimento alla realtà, le emozioni predominano e il mondo ci appare frammentato.
La musica e il canto nella liturgia possono ancora giocare un ruolo nell’avvicinare i fedeli al mistero di Dio?
Quando si canta, si suona e si ascolta si vive un’esperienza concreta, reale, totalizzante, ricca di emozioni, sentimenti, suoni e immagini; la potremmo chiamare «immersiva»: è l’esperienza del rito.
Un breve saggio che si propone di andare al cuore del problema per individuare quale apporto musica e canto possono offrire al celebrare.
La danza della voce