I miei condannati a morte
La storia è un tesoro prezioso di esperienze, incontri e scelte. Il racconto delle vicende tragiche dei giovani, spesso giovanissimi, condannati a morte del carcere Le Nuove di Torino durante l’occupazione nazista della città di Torino, fatta in prima persona da colui che ne fu cappellano e ne raccolse le ultime parole, lacrime e sospiri, è un patrimonio inestimabile. Una testimonianza di umanità semplice, ma tenace. Un racconto veritiero, ma mai invadente e sempre sorprendente. Il testo di Ruggero Cipolla, così come uscì dalla sua penna e dalla sua vita, si consegna nelle mani del lettore con la certezza di essere attuale, coinvolgente e convincente, come sempre è la storia, come sempre è la vita.
Ruggero CIPOLLA (1911-2006) è maestro di resistenza e uomo di speranza. Sacerdote francescano che al servizio in carcere approda per caso e non si tira indietro. Prima con i condannati a morte durante l’occupazione tedesca di Torino, esperienza che più gli insegnerà la forza del perdono. Poi con i condannati alla pubblica riprovazione di oltre quattro decadi di vita carceraria, per fare del non giudizio una scelta.
Quarta di copertina
La storia è un tesoro prezioso di esperienze, incontri e scelte. Il racconto delle vicende tragiche dei giovani, spesso giovanissimi, condannati a morte del carcere Le Nuove di Torino durante l’occupazione nazista della città di Torino, fatta in prima persona da colui che ne fu cappellano e ne raccolse le ultime parole, lacrime e sospiri, è un patrimonio inestimabile. Una testimonianza di umanità semplice, ma tenace. Un racconto veritiero, ma mai invadente e sempre sorprendente. Il testo di Ruggero Cipolla, così come uscì dalla sua penna e dalla sua vita, si consegna nelle mani del lettore con la certezza di essere attuale, coinvolgente e convincente, come sempre è la storia, come sempre è la vita.
I miei condannati a morte