Nunzio Sulprizio
Patrono dei giovani e dei lavoratori
Il libretto narra la vicenda di Nunzio Sulprizio, nato a Pescosanconesco (Pescara) il 13 aprile 1817 e morto a Napoli all’età di 19 anni, venerato come protettore degli invalidi e delle vittime sul lavoro. Rimasto prestissimo orfano di entrambi i genitori Nunzio fu cresciuto dalla nonna e, alla morte di questa, da uno zio che lo avviò al mestiere di fabbro ferraio. Spossato da un lavoro disumano da indicibili privazioni, il ragazzo si ammalò di carie ossea. Fu emarginato dagli abitanti del paese che temevano di venire infettati e dopo terribili sofferenze, fu ricoverato in ospedale prima all’Aquila e poi a Napoli. Qui il colonnello Felice Wochinger si prese cura di lui e iniziò a trattarlo come un figlio. Nonostante i dolori atroci, anche per l’amputazione della gamba, Nunzio affrontò la malattia con una pazienza e un’offerta della propria sofferenza che colpì chi gli stava vicino.
Don Valentino riesce non solo a tratteggiare la figura di questo giovane santo, ma anche a far comprendere che cosa la sua vicenda può dire ai giovani di oggi, in situazioni totalmente diverse.
Valentino SALVOLDI, missionario, è professore di filosofia e teologia morale. Già docente di antropologia culturale all’Accademia Alfonsiana in Roma, è professore visitatore dei seminari delle giovani chiese (Africa e Asia). Ha creato un vasto movimento di solidarietà con i popoli del Sud del mondo. I suoi numerosi libri, scritti con stile semplice e tradotti in molte lingue, nascono dalla vita e tornano tra la gente per dare speranza. Per le Edizioni Messaggero ha pubblicato: Semi di misericordia (2014), Salve Regina (2014), «Padre» osiamo dire (2015), Opere di misericordia (2015), Dio è più grande del tuo cuore (2016), Nelle ferite umane la divina misericordia (2016), Te Deum (2016), Un senso al dolore innocente (2017), Benedictus e Magnificat (2017), Glorificate Dio nel vostro corpo (2017).
Quarta di copertina
Il libretto narra la vicenda di Nunzio Sulprizio, nato a Pescosanconesco (Pescara) il 13 aprile 1817 e morto a Napoli all’età di 19 anni, venerato come protettore degli invalidi e delle vittime sul lavoro. Rimasto prestissimo orfano di entrambi i genitori Nunzio fu cresciuto dalla nonna e, alla morte di questa, da uno zio che lo avviò al mestiere di fabbro ferraio. Spossato da un lavoro disumano da indicibili privazioni, il ragazzo si ammalò di carie ossea. Fu emarginato dagli abitanti del paese che temevano di venire infettati e dopo terribili sofferenze, fu ricoverato in ospedale prima all’Aquila e poi a Napoli. Qui il colonnello Felice Wochinger si prese cura di lui e iniziò a trattarlo come un figlio. Nonostante i dolori atroci, anche per l’amputazione della gamba, Nunzio affrontò la malattia con una pazienza e un’offerta della propria sofferenza che colpì chi gli stava vicino.
Don Valentino riesce non solo a tratteggiare la figura di questo giovane santo, ma anche a far comprendere che cosa la sua vicenda può dire ai giovani di oggi, in situazioni totalmente diverse.
Nunzio Sulprizio